Devo
aver letto male.
Rileggo.
"Nel
bunga bunga tutte le ragazze erano completamente nude ed alcune (Barbara D'Urso, la
Carfagna, la Yespica, la Rodriguez, la Faggioli) si masturbavano ed altre
facevano contestualmente petting fra di loro (Marincea, Amanda Del Valle e
anche la Rodriguez). Berlusconi, vestito in maniera elegante
(giacca e cravatta), era l'unico uomo presente ed assisteva; ad un certo punto
ricordo di averlo visto leccare i genitali di Sara Tommasi". In seguito, mentre tenta di
dormire in una camera prospiciente quella di Berlusconi, "animata
dalla curiosità, mi alzai per spiare all'interno della stanza la cui porta non
era chiusa a chiave. Minetti praticava un rapporto orale a Berlusconi mentre lo stesso leccava
i genitali della Rodriguez, mentre la Faggioli era intenta a ballare
nuda".
Mi
sa che avevo letto bene.
Questa
è la descrizione fatta da Ruby delle “cene eleganti”, tratta dalle motivazioni
della sentenza che condanna Silvio Berlusconi a 7 anni per concussione e
prostituzione minorile. Il primo pensiero, categorico, che mi sovviene di
fronte alla descrizione di un tale baccanale è: “Che schifo!!!!”. Poi la mia
ragazza, che mi fissava sospettosa, si allontana e io completo la frase a
beneficio di un amico seduto a fianco a me: “Che schifo, mi è caduta una mosca
nel caffè”. Lui mi guarda muto, con le orecchie tristi da bassotto che prende
800 euro al mese e che mezzo stipendio per una bottarella a Belen ce lo
metterebbe pure, se solo quelle come lei fossero in vendita anche nei discount
e non solo negli scaffali più alti delle grandi boutique.
Però
mi rendo conto che così non va, bisogna cercare di rifiutare questa sordida tenaglia
che ti stringe, composta dal becero moralismo da un lato e dall’invidia
sfacciata dall’altro. Bisogna ragionare in termini antropologici, con l’ottica
spietata della critica sociale innervata di sapere speculativo al fine di indagare,
con onestà e obiettività, le due sfere più importanti dell’immaginario collettivo
contemporaneo: il potere e la gnocca. Così rileggo tutta la testimonianza ancora
una volta per esser certo di non aver capito male, anche perché mi è rimasto in
testa un passaggio che devo aver malinteso. Mi pare infatti improbabile che
Ruby abbia dichiarato: “Ricordo di averlo visto leccare i genitori di Sara Tommasi.”
Che
minchia ci facevano i genitori di Sara Tommasi nel bunga bunga?
Poveretti,
con tutti i problemi che devono aver già affrontato.
Ho
senz’altro letto male.
Rileggo.
Per
prima cosa noto con piacere la presenza della mammina d’Italia, la splendente
di luce propria e di magico sorriso Barbara D’Urso, una show-woman talmente
simpatica che quando la incontro facendo zapping mi irrita la cute, mi secca i
ficus benjamin e mi ammazza i pesci nell’acquario. Ed ora eccola lì, nel fiore
dei suoi 53 anni (le vicende narrate sono del 2010), a sgrillettarsi
allegramente in compagnia del fior fiore della gioventù italica.
Oh,
si vede che le piace fare le cose che fanno i giovani, che cavolo.
Mi
pare persino di intuire i denti che splendono per la gioia, in quella torrida
bolgia di erotismo raffinato. Chi l’avrebbe mai detto che solo qualche tempo
dopo l’avremmo ritrovata in tv ad intervistare il padrone di casa, la nostra
Barbara coraggiosa paladina della libera informazione, capace nientemeno che di
invitare il satrapo a chiedere scusa a tutte le donne per i suoi comportamenti
impudichi.
I
suoi.
Di
lui.
Tenera
ed eroica e ignobile Barbara, proprio non ti riesce di svanire dentro quella
luce che ti fa sembrare un angelo?
Che
poi, ora lo sappiamo, anche gli angeli mangiano la Faggioli.
Accanto
a lei, in questo racconto di Ruby che può essere ovviamente un parto di
fantasia, come Cappuccetto Rosso, Superman e la sinistra in Italia, ecco
adagiata la Ministra delle Pari Opportunità, quella che ha sempre,
costantemente, gli occhi fuori dalle orbite, presumibilmente a causa di tutto ciò
che hanno visto in carriera. Di lei tutti sanno tutto ma nessuno può dire nulla.
Solo
bisognerebbe ricordarsene, nel corso della futura luminosa carriera.
Magari
per impedirla.
Cosa
si può dire di questa donna così elegante, rigorosa nella difesa della parità
tra i sessi? A parte gli insulti, intendo...
Mah…forse
che, rispetto a tutto il resto della banda, è un filo troppo secca.
Proseguendo
la lettura, dopo le rappresentanti dell’orgoglio sudamericano, mi compaiono un
po’ di nomi che non conosco, così mi costringo a una rapida ricerca su Google.
Lo faccio con ritrosia, perché in un angolo del cervello ho l’immagine di
Berlusconi che con un ghigno mi dice: “Le fighe che mi scopo io tu le vedi solo
su Google, pirla!”.
Oh
Silvio, tutta plastica eh?! Lasciatelo dire.
Poi
si arriva al piatto forte della serata: “Minetti praticava un rapporto orale a Berlusconi
mentre lo stesso leccava i genitali della Rodriguez”.
Mi viene un dubbio: non si tratterà mica di Minetti Loris, mio compagno
di banco alle medie? Per un attimo ci spero, nell’irreale utopia che il Loris
abbia ancora il suo mitico apparecchio dentale in ghisa, ma poi mi rassegno
all’evidenza: si tratta di Minetti Nicole, quella che ha due lauree, una per
tetta. Non è una metafora, è che quando le ha comprate (le tette) ci ha fatto
inserire un ripostiglio, molto comodo per metterci i guanti e la pochette.
Si mormora persino che nella sinistra abbia una macchina per il ghiaccio con
cui d’estate puoi rinfrescare il drink.
“La Minetti praticava un rapporto orale a Berlusconi…”
Minchia, ecco perché faceva l’igienista dentale!
Per fortuna che nella tetta destra c’è lo spazzolino, il dentifricio e il
collutorio per fare gli sciacqui.
E
non venite a dirmi che li sciacqui li ha già fatti!
Zozzoni.
Poi
c’è lei! Il sogno di tutta Italia, la dolce principessa venuta dal sud a
incantare i cuori di un paese intero. E’ lì, nuda come mamma l’ha fatta, alla
mercé del drago.
E
qui mi sovviene un pensiero terribile, perché io ho fatto lo scientifico e a
certe nozioni di fisica qualunquistica sono affezionato. Se il battito di una
farfalla in Giappone può provocare un uragano qua, la leccata di una farfalla
in Italia può provocare Fukushima là?
Ci
penso con terrore almeno venti secondi, poi smetto ripromettendomi, casomai
dovessi conoscere Berlusconi in un futuro sventurato, di invitarlo a stare un
po’ più attento a quello che lecca.
“Sì,
ma quello che lecco io tu lo vedi solo su Google”, ribatterà il meschino.
“Gne
gne gne…peggio che un cinno”, ribatterò io.
Ma
ragionando sul quadro d’insieme non si può non pensare che siano tutte illazioni,
il parto malato di una mente fragile e disposta a tutto pur di farsi notare.
Va
anche capita la sventurata, con tutto il casino che c’è stato in Egitto.
Oppure.
Oppure
potremmo pensare che la morale, posto che ci possa essere qualcosa che ha tale
nome in questa storia, valga per lei come per tutte. Come per tutti.
Quanto
costiamo?
Quanto
di noi siamo disposti a dar via pur di avere di più?
Non
pur di mangiare, ma pur di avere di più.
Quanti
hanno fatto marchette, intellettuali se non fisiche, alla corte del drago?
Perché
questo non è solo un affresco boccaccesco di ammirevole o disgustosa trivialità,
ma un mercato quotidiano delle carni e delle anime, in cui non è facile capire se
il marcio è nella domanda, nell’offerta, oppure, vivaddio, nell’idea stessa di
mercato.
Chi
è la grande aberrazione etica di questi vent’anni d’Italia? Il drago potentissimo
che tutto compra o noi, eterne puttane di qualsiasi genere e sesso, sempre in
vendita sia che abbiamo o meno qualcosa tra le gambe?
Siamo
noi che abbiamo abdicato definitivamente all’essere in nome dell’avere?
Cazzo.
Facciamo
che quella Ruby s’è inventata tutto.
E’
meglio.
Non
rileggo più. Spengo il computer, bevo un caffè che dentro non ha mosche e metto
su un vecchio film con Marcello Mastroianni, raccontandomi che erano tempi
belli quelli là.
Quelli
in cui gli uomini non compravano le donne.
Quelli in cui gli uomini, le donne, le conquistavano.