Ho incontrato
l’America nel 1985.
Senza andarci,
sia chiaro.
L’ho
incontrata che era nascosta dentro il rock’n’roll, aveva una maglietta bianca sudata,
gli stivali di cuoio e 80.000 persone intorno.
Era
arrivata a Milano quell’America là, cantava Thunder Road, The Promised Land e
Jungleland e si chiamava Bruce Springsteen.
The
River era un’ armonica che suonava nel silenzio, ti toccava qualcosa là dentro
e ti portava via. Io mi immedesimavo un sacco perché anche noi ragazzini di
montagna si andava al fiume come il protagonista della canzone, solo che lui poi
al fiume mette incinta una ragazza e per farlo bisogna che fai quelle cose che
invece noi al fiume non facevamo mai.
Sono
sempre stati molto avanti sti americani.
Faceva
un gran caldo quella sera d’estate, Max Weimberg pestava su quei rullanti che
era un piacere e io iniziai ad amare ed odiare quella maledetta America.
Quella
canaglia infame mi ha provocato tanto amore e tanto odio come solo la sinistra
italiana è riuscita a fare.
Sempre che esista una sinistra italiana.
L’ho
odiata talmente tanto quell'America che una volta ho persino tifato per Gheddafi contro di
loro.
Per
il CCCP sempre, ovvio.
Per
Cuba poi non ne parliamo.
Però
poi leggevo la grande letteratura americana, leggevo Bukowsky, McCarthy, Roth,
Steinbeck.
Ma
più che altro Stephen King.
Pesta
Max…Bum Bum Bum…
L’America
è una strada che di solito va dritta, preferibilmente verso ovest e di fianco è
piena di Apache che ti vogliono fare un culo grande così.
Ha
le nuvole azzurre nel cielo, questa cazzo di America che invade gli oceani blu.
L’America
è fatta di basket e di crack, di fantascienza e di Casablanca, di dollari
sporchi e di Steve McQueen.
E' fatta di petrolio e di fascisti e di marce per la pace.
E' un sax negro nella notte e un rullante che ti fracassa l’anima.
Bum
Bum Bum.
L’America,
checchè ne dicano gli americani, non c’entra niente con Dio.
L’America
è tutta in terra, è vivere e morire e diventare grandi qua, tra lo sporco di
grasso di motore di Detroit, le Montagne Rocciose e Timbuctù.
Che non è in America ma ci stava musicalmente bene.
Bum Bum Bum.
L’America
se ne fotte dell’eternità.
Io
pure.
Almeno per
ora.
L’America
era quella macchina che noi ragazzi sognavamo di avere e che ai ragazzi di oggi
pare non interessi più.
E’
molto bello perché si inquina meno, si rischia meno eccetera eccetera.
Ma
una cosa non capisco: se non hanno la macchina, come fanno i giovani d’oggi ad
andare da nessuna parte come facevamo noi?
Come
diavolo fanno, i giovani d’oggi, ad andare al fiume?
Bum
Bum Bum…
Questa
sera quell’America che conobbi tanto tempo fa, tutta merda e zucchero filato, è
dentro allo schermo di un cinema.
Si
intitola “Springsteen and I”.
Ma
si pronuncia “The river”.
Silenzio.
Armonica.
E
rock’n’roll.
P.S.
Naturalmente
io, in quell’America là, non ci sono andato mai.
mm...gia' che sono qui, magari me lo vado a vedere stasera in New Jersey...e magari proprio al cinema di Asbury Park!...dici che devo comprare i biglietti in anticipo?
RispondiEliminaAd Asbury Park i cinema sono falliti tutti oggi pomeriggio..
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