venerdì 27 settembre 2013

Ci sono Barilla, una famiglia gay, un elettricista e un negro...



La questione Barilla è ormai stucchevole come un piatto di spaghetti cotto venti minuti, ma mi pare molto interessante perché indicativa di un dibattito non tanto nel paese (purtroppo) ma personale, interno ad ognuno di noi. Proverò a spiegarmi con la quasi certezza di non riuscirci bene.
Ieri si sono avute due reazioni al messaggio di Barilla, fondamentalmente riconducibili al “diritto di pubblicizzare come vuole ciò che è suo” e al “non diritto di discriminare”. Mi spiegherò meglio con due esempi:
I primi, quelli che dicono che si è esagerato con le reazioni, dicono: “se avesse detto ‘non farò mai uno spot con gli elettricisti’ non si sarebbe arrabbiato nessuno”.
Sembra giusto.
I secondi ribattono: “Se avesse detto ‘non farò mai uno spot con i negri’ vi sareste arrabbiati tutti”.
Oh cazzo, sembra giusto anche così.
Infatti, posta così la questione, mi pare evidente che abbiano ragione entrambi. Cioè, al netto dell’atteggiamento del Barillone dalla chioma fluente, del sottinteso, della malizia, del para-fascismo e del bel capitalismo che ci fa o non ci fa tremare i cuor, questo è un pareggio logico da cui non se ne esce.
Ma perché è così?
Perché la “famiglia gay” non ha, dentro molti di noi se non tutti, una nitidezza di valore tale da renderla naturale e scontata come un elettricista o come un nero.  Non è un “chissenefrega etico” come un elettricista e non è una categoria protetta come una persona di colore, o un ebreo, o un handicappato, (o un elettore di sinistra italiano).
Non sto dicendo che sia giusto così, sto rilevando quello che mi sembra un problema, anzi il problema. La famiglia gay non è ancora un assoluto indiscutibile come gli uni o come gli altri.
Attenzione: sto parlando di “famiglia”, perché qui sta, credo, il dubbio interno alla pancia della gente che ancora non fa spostare chiaramente di qua o di là la questione. Non è chiaramente il diritto all’amore, e al matrimonio, il punto vero, quello è negato davvero solo dai fascisti o dai papaboys, ma la pancia della nazione non lo respinge più. E’ l’accettazione del fatto che una coppia gay possa avere figli il punto che (non) emerge da ieri. E’ quello il dubbio che la gente non ha ancora sciolto. Il dibattito taciuto dentro di noi sta qua: nella domanda “E’ giusto che un bambino cresca con due genitori dello stesso sesso?”. Io confesso che non lo so, ammetto di non avere sufficienti strumenti a mia disposizione per capire, sicuramente per mia colpa che non mi sono sbattuto a sufficienza per averli, ma è così. Credo anche che in tanti dicano in pubblico che è giusto, perché fa tanto “politically correct”, poi in privato non ne sono più tanto sicuri. Così come, spero, molti che si proclamano del tutto contrari possono pure cambiare idea, se gli presenti argomenti convincenti. Non so, ma vorrei sapere meglio, questo è certo e doveroso. Però il senso del casino di ieri mi pare questo, il tran tran creato dalle dichiarazioni di Barilla ha svelato questo nervo scoperto della società. E gridare all’omofobo o accanirsi contro un presunto vittimismo gay non sposta di una virgola la questione.

5 commenti:

  1. Hai ragione, su tutto. Dal mio punto di vista però (influenzato da una lunga esperienza di pubblicitaria) il signor Barilla voleva semplicemente dire che il suo target (o pubblico obiettivo)non sono le famiglie gay. La pubblicità, quella seria realizzata da professionisti, non può non tener conto di tutti i parametri del marketing mix tra cui i famosi "stili di vita degli italiani" per identificare chi è il consumatore ideale del prodotto che si vuole vendere. Detto questo una grande industria con prodotti di media- bassa qualità non ha nessun interesse ad accattivarsi le simpatie di una parte poco rilevante della popolazione a scapito della maggioranza che come hai detto bene tu la pensa diversamente. ;))

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    1. Certo Tiziana, io però volevo provare ad andare oltre, e cercare di capire qual è il nervo scoperto che ha fatto esplodere la baruffa. Il nervo scoperto è che lì in mezzo, tra noi persone non accecate dalle ideologie quali che siano, c'è una questione su cui nessuno ha certezze granitiche e su cui in pochi metterebbero una mano sul fuoco. Dal punto di vista del marketing...boh? Non so, bisognerà andare a leggere le cifre fra un po', s'è giocato una fetta di mercato ma, purtroppo, mi sa che se n'è accattivata pure un'altra.

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    2. Sì giusto, io mi sono fermata alla dichiarazione e non alla reazione perchè credo che duemila anni di condizionamenti da parte di chi sappiamo non possono essere cancellati di colpo. Andare oltre sarebbe bello, se riuscissimo a praticare il rispetto per la vita degli altri il problema o i problemi non esisterebbero. Sulla questione dilemma che ci poniamo circa il diritto dei bambini ad avere due genitori etero io personalmente credo nelle persone come individuo e diffido molto della famiglia tradizionale che reputo fonte di molti guai. Se poi I RAGAZZI STANNO BENE, siamo tutti contenti.

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    3. Lui si sarà giocato una fetta di mercato, noi però ci siamo giocati un'altra fetta di faccia agli occhi del mondo, visto che Barilla c'è pure sugli scaffali dei supermercati Giapponesi.

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