Domenica
è il giorno del referendum.
Meno
male perché non se ne poteva più.
Ho
gli zebedei talmente gonfi che piuttosto che riascoltare le varie motivazioni
in campo mi tolgo la vita. Può però essere utile fare un compendio dei
supporter dei due schieramenti. Ma sia chiaro che non è un riassuntino fatto
per influenzare il voto: siamo tutti persone mature e nessuno è così infantile
da farsi condizionare dal fatto che da una parte c’è Guccini e dall’altra Borghezio.
Che
tra l’altro Faccetta Nera la canta anche bene.
Conduce
lo schieramento A il giurista Stefano Rodotà, quel signore passato recentemente
alle cronache perché il Pd non l’ha votato alla Presidenza della Repubblica con
la seguente motivazione: “Il partito non ha votato Rodotà perché il partito non
avrebbe votato Rodotà”.
E’
un mese che cerco di capire.
Non ci riesco.
Non ci riesco.
Lo
schieramento B è guidato dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinal
Bagnasco. Per sgomberare il campo da equivoci va detto che il fatto che quasi
tutte le scuole paritarie sono cattoliche è una pura coincidenza. Anche mio cugino è per
la B ed è elettricista, ma non mi risulta che ai bambini delle private venga
praticato l’elettroshock.
In
seconda posizione nel campo B viene il Ministro di non so che Maurizio Lupi,
noto esponente di Comunione e Liberazione, ma anche questa è una coincidenza.
Per
la A sono scesi in campo i soliti intellettuali da strapazzo, che non si
capisce di cosa campino visto che invece che scrivere stanno sempre lì a dare
interviste per sostenere le cause perse: Dario Fo, Michele Serra, Corrado
Augias, Paolo Nori, Wu Ming, Andrea Camilleri.
Sbagiuzza
insomma.
Apprezzabile
l’eleganza di quelli del fronte A che non hanno tappezzato la città con manifesti
con la scritta “Montalbano vota A”.
Apprezzabile
anche lo stile degli avversari, che hanno evitato i manifesti con scritto “Gesù
Cristo vota B”.
Che
comunque nessuno dei due è di Bologna quindi parliam di niente.
Pare
abbia dato il suo appoggio alla A anche il direttore di Micromega, Paolo Flores d’Arcais,
generando gesti scaramantici perché l’ultima battaglia politica che ha vinto è
stata la campagna per l’ineleggibilità di Ponzio Pilato.
Si
sono invece spesi per la B il giornalista Antonio Polito e Oscar Giannino,
quello che gonfiava un po’ le qualifiche, tanto che pare non si chiamasse Oscar
ma David di Donatello.
La
B piazza un punto pesante schierando il Ministro della Pubblica Istruzione, nel
tentativo di vincere in Carrozza, e a ruota sgancia la bomba destinata a
scuotere tutta la città: Romano Prodi!
La
A accusa il colpo, una forte sciatalgia e pure tre due sbaglia coppe, ma non si
scompone e piazza Nichi Vendola, secondo cui la questione, oltre che dirimente, è pure palingenetica.
In
allegato c’è anche il signor Treccani, per le traduzioni.
Completano
il campo B Zamagni (che non so chi sia ma sono io che sono ignorante), Berlinguer
(l’altro), e Dio.
Ma
è un caso.
Per bilanciare
quest’ultimo nome, che, va riconosciuto, ha una sua rilevanza storica, il
fronte A tira fuori Riccardo Scamarcio.
Il fronte B sghignazza.
Il fronte A rilancia
con Maurizio Landini.
Il fronte B ride
un po’ meno.
Il fronte A
piazza l’ultimo clamoroso colpo: la Curva Andrea Costa!
“La
Madonna!”, dicono dal fronte B.
“Vi
ruga eh?”, ridacchiano gli altri.
“No
dicevamo…la Madonna vota B”, chiosano quelli.
Il
fronte A abbassa un po’ le orecchie e si chiede come mai, nelle inesplicabili
vie del destino, a qualcuno dice sempre bene e a qualcun altro, sarà pure un
caso, dice sempre sfiga.
Poi per fortuna si vota.
E basta.
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