giovedì 23 maggio 2013

A vs B


Domenica è il giorno del referendum.
Meno male perché non se ne poteva più.
Ho gli zebedei talmente gonfi che piuttosto che riascoltare le varie motivazioni in campo mi tolgo la vita. Può però essere utile fare un compendio dei supporter dei due schieramenti. Ma sia chiaro che non è un riassuntino fatto per influenzare il voto: siamo tutti persone mature e nessuno è così infantile da farsi condizionare dal fatto che da una parte c’è Guccini e dall’altra Borghezio.
Che tra l’altro Faccetta Nera la canta anche bene.
Conduce lo schieramento A il giurista Stefano Rodotà, quel signore passato recentemente alle cronache perché il Pd non l’ha votato alla Presidenza della Repubblica con la seguente motivazione: “Il partito non ha votato Rodotà perché il partito non avrebbe votato Rodotà”.
E’ un mese che cerco di capire.
Non ci riesco.
Si vede che sono stupido io.

Lo schieramento B è guidato dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinal Bagnasco. Per sgomberare il campo da equivoci va detto che il fatto che quasi tutte le scuole paritarie sono cattoliche è una pura coincidenza. Anche mio cugino è per la B ed è elettricista, ma non mi risulta che ai bambini delle private venga praticato l’elettroshock.
In seconda posizione nel campo B viene il Ministro di non so che Maurizio Lupi, noto esponente di Comunione e Liberazione, ma anche questa è una coincidenza.
Per la A sono scesi in campo i soliti intellettuali da strapazzo, che non si capisce di cosa campino visto che invece che scrivere stanno sempre lì a dare interviste per sostenere le cause perse: Dario Fo, Michele Serra, Corrado Augias, Paolo Nori, Wu Ming, Andrea Camilleri.
Sbagiuzza insomma.
Apprezzabile l’eleganza di quelli del fronte A che non hanno tappezzato la città con manifesti con la scritta “Montalbano vota A”.
Apprezzabile anche lo stile degli avversari, che hanno evitato i manifesti con scritto “Gesù Cristo vota B”.
Che comunque nessuno dei due è di Bologna quindi parliam di niente.
Pare abbia dato il suo appoggio alla A anche il direttore di Micromega, Paolo Flores d’Arcais, generando gesti scaramantici perché l’ultima battaglia politica che ha vinto è stata la campagna per l’ineleggibilità di Ponzio Pilato.  
Si sono invece spesi per la B il giornalista Antonio Polito e Oscar Giannino, quello che gonfiava un po’ le qualifiche, tanto che pare non si chiamasse Oscar ma David di Donatello.
La B piazza un punto pesante schierando il Ministro della Pubblica Istruzione, nel tentativo di vincere in Carrozza, e a ruota sgancia la bomba destinata a scuotere tutta la città: Romano Prodi!
La A accusa il colpo, una forte sciatalgia e pure tre due sbaglia coppe, ma non si scompone e piazza Nichi Vendola, secondo cui la questione, oltre che dirimente, è pure palingenetica.
In allegato c’è anche il signor Treccani, per le traduzioni.
Completano il campo B Zamagni (che non so chi sia ma sono io che sono ignorante), Berlinguer (l’altro), e Dio.
Ma è un caso.
Per bilanciare quest’ultimo nome, che, va riconosciuto, ha una sua rilevanza storica, il fronte A tira fuori Riccardo Scamarcio.
Il fronte B sghignazza.
Il fronte A rilancia con Maurizio Landini.
Il fronte B ride un po’ meno.
Il fronte A piazza l’ultimo clamoroso colpo: la Curva Andrea Costa!
“La Madonna!”, dicono dal fronte B.
“Vi ruga eh?”, ridacchiano gli altri.
“No dicevamo…la Madonna vota B”, chiosano quelli.
Il fronte A abbassa un po’ le orecchie e si chiede come mai, nelle inesplicabili vie del destino, a qualcuno dice sempre bene e a qualcun altro, sarà pure un caso, dice sempre sfiga. 
Poi per fortuna si vota. 
E basta.

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