L’est è quel posto che c'arrivi se vai verso destra e segui il sole che viene su. Poi quando passa
mezzogiorno devi smettere di seguirlo sennò torni a ovest e non va bene.
Specie se vuoi andare
a est.
L’est è quella terra
ricchissima dove tutto sembra povero e le sigarette costano talmente poco che è
da sciocchi non fumare all’est.
L’est ha i palazzoni
austeri degli imperi che non ci sono più e i palazzoni fatiscenti della miseria
che ci sarà sempre, ha i bambini che giocano in strada e i cani randagi che ti
ringhiano ai polpacci.
L’est sono le foreste
infinite dei Balcani, la strada che le taglia e punta l’orizzonte e se giri a
sinistra a quel punto vai a nord e arrivi a Praga.
Là c’è la birra buona
e le notti a Mala Strana, con poca gente in giro, le case storte e le luci
sulla Moldava. C’è il rumore di passi nei vicoli, il castello, un ponte e il
cimitero ebraico di migliaia di pietre, di migliaia di anime e di migliaia di
anni. Che magari erano centinaia ma quando sei lì ti accontenti.
Praga è un incanto
violato da tanta gente.
Praga è il Golem che
però noi non l’abbiamo visto.
Si vede che era via.
Se insisti con sto
fatto dell’est, dopo Praga dice che arrivi a Cracovia. Bisogna però che ci dai
dentro anche con il nord.
Cracovia c’ha un bel
castello e una piazza grande e la wodka costa niente, ma ci muori di traffico
se non stai attento.
Anche di wodka, se
proprio sei distratto molto.
Cracovia ha delle
miniere di sale che sono profonde un’infinità e scolpite come delle basiliche,
laggiù a duecento metri sotto terra. Sono le miniere di sale più belle che io
abbia mai visto.
E ne ho viste ben
una.
Poi c’è Auschwitz,
che tutti ci vanno a vedere il Male.
Non c’è tanto da
dire. Il Male si vede.
La neve invece non
c’era.
La Transilvania ci arrivi
se passi dalla Slovacchia che è tutta di monti ma non sono mica più i Balcani e
c’è un castello distrutto che compare nel nulla. Poi scompare.
Se te ne vai. Sennò
no.
La Transilvania è
tutta fatta di monti selvaggi, credevo, e invece è di dolci colline, di ricordi
sassoni e di case zingare. Che son talmente brutte che adesso capisco perché
vivono nelle roulotte.
Dracula non c’era ma
Emir Kusturica sì.
Poi c’è sta città che
ha i tetti con gli occhi e dovunque vai ti senti osservato.
E’ una città molto
bella ma fa anche paura.
O quantomeno secca un
po’.
L’Ungheria è piatta e
c’ha le città corte che per darsi un tono hanno nomi lunghissimi che sembrano i
codici fiscali. Se sbagli strada puoi vedere dei bei nidi di cicogne.
Dice che non è vero
che portano i bambini.
Poi arrivi a Budapest
e se per sbaglio ti affacci sul Danubio, proprio di sera, non te ne vuoi andare
più.
La Bosnia ha la
nebbia sugli altipiani, che sono lunghi e ricoperti di boschi e di curve che
non finiscono mai. La Bosnia ha le mine lì intorno da qualche parte e i
cevapcici nella pancia.
La Bosnia è Sarajevo
coi buchi delle pallottole nei muri e il fiume senz’acqua. Sarajevo è la storia
del grande secolo di merda, che però è stato anche bello e mentre ci cammini,
di notte a Sarajevo, ti sembra di sentire i muezzin che cantano Rachmaninoff.
Ci si sta bene a
Sarajevo.
Specie all’aperitivo.
Belgrado ha i buchi
delle bombe per terra, ha il Danubio che scorre piano e le scritte Yankee Go
Home. Belgrado tutti ti fanno i sorrisi perché vogliono che smetti di tirargli
le bombe in testa, che non son mica le persone più brutte di sto mondo brutto.
Anche se a Sarajevo
te la dicono diversa.
A Belgrado ci sono le
grandi chiese ortodosse e i cevapcici costan meno.
Sasha Danilovic non
c’era.
Dubrovnik è fuori
strada ma il giro mi sta venendo sguincio e quindi passiamo dalla Croazia, fatta
tutta di isole che compaiono all’alba e di roccia senz’alberi.
L’Albania ha poche
strade un po’ storte, poi a un certo punto non ha più neanche quelle. Non è
facile guidare per l’Albania senza strade. Ma il mare è bello, le montagne
anche, le città così così.
Se torni verso est e
vai dritto arrivi a Sofia. Che puoi passare per la Grecia o per la Macedonia o
per il Kosovo. Ma anche dalla Norvegia se hai molto tempo.
Sofia è povera, poi è
ricca, poi è di nuovo povera. E’ sbirri e puttane, suv e catrame. Mi sta sulle
palle perché mi hanno portato via la macchina, anche se han voluto pochi soldi
per ridarmela.
Stronzi.
Lasciate stare la mia
macchina.
Ha chiese e monasteri
belli come delle visioni, sta cazzo di Bulgaria.
Poi se vai ancora a
est, sporcato di sud, arrivi a Istanbul. Bisogna proprio dire che nella vita, se
non vai almeno una volta in macchina a Istanbul, sei uno di quelli.
Uno di quelli che
nella vita non è mai stato a Istanbul in macchina.
Che poi Istanbul
comincia 50 chilometri prima di Istanbul, piano, senza fretta. Poi ti esplode
in faccia e ti getta addosso il casino, i clacson, le auto che corrono da tutte
le parti.
Sono molto bravi perché
non serve schivarli, ti schivano loro.
Istanbul è stare in
mezzo alle due moschee e dire che è uno dei posti più belli dove stare, ma a me
piace di più Santa Sofia mentre a lei la Moschea Blu. Oppure il contrario che
fa lo stesso.
E’ avere caldo mentre
cammini in salita e avere fresco nella Basilica Cisterna. E’ le ricchezze del Topkapi
e la gente che fuma sui tetti. E’ tavla, birra e narghilè e il Bazar che non è
mica più quello di una volta.
Istanbul è il sogno
dell’Asia che comincia lì, proprio al di là del mare, davanti a te.
A Istanbul.
Istanbul è un
avamposto di occidente dove comincia l’oriente. Ed è qualcosa che con l’est,
davvero, non c’entra niente.
Mi piace ricordare
RispondiEliminache in Bosnia
c'è anche il mare
è davvero bello
RispondiEliminaperchè compare
poco dopo il casello