giovedì 9 maggio 2013

Notte al Maggiore


Il dolore alla schiena è lancinante, ti toglie le forze, il respiro, ti fa sudare e sbiancare e gridare che non è giusto soffrire così, che non è giusto che nessuno al mondo soffra così, perchè un simile concentrato di angoscia non è sopportabile: ti paralizza, ti annulla, ti porta alla pazzia. E mentre l’ambulanza trancia la notte a sirene spiegate gridi, gridi sempre più forte. Basta! Basta! Basta! Basta doloreeee!!!!!
Io invece seguo in macchina. 

Apro il finestrino, ascolto Chopin e ringrazio: anche a sto giro la schiena non è la mia.
Il Pronto Soccorso del Maggiore è quello che si direbbe un “luogo/non luogo”, antica espressione che non vuol dire niente ma permette a chi la dice di sembrare figo. Pochi metri quadri di dolore concentrato, noia, facce scazzate, gente che si sbatte, gente che se ne sbatte. Pare impossibile negare ogni commento che corre nella vulgata, dal più qualunquista al più ragionato. Sono bravi ma sono pochi, solo che non ne hanno voglia ma siccome non ci sono i soldi hanno tanta umanità, anche se ti trattano come una merda pur se sono grandi professionisti che stanno lì tante ore facendosi il mazzo senza fare un cazzo. E comunque son tutti pezzi ‘e core.
Sti terroni.
Mentre parcheggiano l’Addolorato (così chiamato per via della privacy che mi impedisce di dire che è mio fratello) mi guardo in giro e studio la clientela, uguale a quella di sempre: c’è l’Umarell con il Mal di Pancia accompagnato dalla Moglie Premurosa, c’è il Ragazzo che ha Fatto il Busso in Moto e se ne va col Collarino e la Fidanzatina, c’è l’Extracomunitario Sbronzo Che Ha fatto la Rissa, accompagnato da due amici di cui uno è Un Gran Bravo Ragazzo, c’è la Ragazzotta Ciccia che ha il Male alla Spalla e il Marito Magro che sembra sentirsi in colpa, c’è la Ragazza Indiana col Bambino Bellissimo e il marito un Po’ Meno.
Poi c’è lui, la creatura infernale, il “poveraccio supremo”: il Vecchio Appeso alla Vita con gli Elastici, che soffre come un cane, si lamenta e geme e ti fa pensare, mani sulle palle, che tutto sommato ti sta anche andando di culo.
Sorge persino il vago sospetto che sia un attore, messo lì per alleviare le sofferenze altrui.
Do un’occhiata al tabellone e mi do un tono da esperto: “Solo 8 verdi davanti e neanche un giallo, dai che facciamo in fretta!”.
“E allora perché da leggere ti sei portato Guerra e Pace?”, risponde l’Addolorato, da questo istante ribattezzato lo Sgamato.
Infatti.
Mentre a lui si limitano a mettere una flebo che toglierebbe il dolore anche alle persone più sofferenti del mondo, elettori di sinistra compresi, si viene rapidamente assaliti dalla più classica delle turbe da Pronto Soccorso: la “Sindrome del Mi Passano Tutti Davanti”.
Variante “Brutti stronzi”.
E intanto che godi perchè non soffri più, ma un po’ ti secca perché un po’ di dolore in curriculum per accelerare le pratiche non guasterebbe, la tua mente obnubilata si vede passare davanti nell’ordine: una casalinga con un dito sbucciato, un geometra con la gastrite, un cinno scurzone col male a un dente, Michael Jordan con una storta a una caviglia e Lapo Elkann senza un cazzo, ma che ti fa il dito medio mentre s’infila in ambulatorio stappando champagne e suonando una vuvuzuela.
All’Addolorato girano inspiegabilmente le palle.
Io giro pagina 340 di Guerra e Pace.
Dopo 3 ore finalmente la prima visita! L’esito è molto confortante: ti dicono che è una colica renale, che è la stessa ipotesi che avevo fatto io all’infermiere dell’ambulanza 3 ore prima. Quindi mi sento molto confortato sulle mie capacità diagnostiche. Si può quindi procedere a fare gli esami del sangue.
Bene. Se lo sapevo gli facevo io un prelievo tre ore fa.
Devo ricordarmi quando vengo al Pronto Soccorso di mettere siringa e lamette nel beauty case.
Un chirurgo intanto guarda una tac, dice “milza spappolata”, un altro chirurgo dice “operiamo subito”, si infilano il grembiule e la mascherina. Insomma una roba tipo Dottor House, che infatti l’avevo letto che veniva a Bologna.
Fighissimo!
Chissà com’è contento il tipo della milza che vede tutto in diretta…
Alla quarta ora di attesa devo finalmente andare a pisciare. Dico finalmente perché a me pisciare piace molto e mi secca stare tanto senza farlo.
I cessi sono chiusi a chiave.
“Curioso”, mi dico, “sarà una conseguenza dei raid della Lega contro i barboni”.
“La chiave è in accettazione”, c’è scritto sulla porta.
“La chiave ce l’hanno nella terza porta a sinistra”, mi dicono in accettazione.
“La chiave non si sa più chi ce l’ha”, mi dicono nella terza porta a sinistra.
“Che bel cielo”, mi dico mentre piscio sotto le stelle.
Poi, mentre risalgo la rampa, mi interrogo su un possibile sillogismo: non è che adesso devo ringraziare la Lega per aver visto un bel cielo? Mi seccherebbe un po’, lo ammetto.
Il Pronto Soccorso intanto è quasi vuoto: qualche barbone dorme sulle lettighe, gli infermieri parlano di Games of Throne, l’Addolorato si sifona la terza flebo, il Vecchio Appeso per un Elastico geme e se è un attore è davvero bravo.
Attacco pagina 500 di Guerra e Pace.
Sono le sei. Il bar è chiuso, l’edicola anche.
Che cazzo c’avrà la Lega contro i giornali e i caffè?
Alle 6,15 giunge la diagnosi definitiva: colica renale.
Sono un gran ganzo.
Mentre usciamo che è giorno fatto e il dolore non c’è più, sfuggiamo alla retorica da popolino: che saranno mai 7 ore per aver salva la salute? Sono bravi e non possono fare di più e stare al Maggiore è bello, diamine!
Come dicevano anche i cartelloni pubblicitari qualche tempo fa: “La notte, vieni al Maggiore!”
Potendo, anche no.
Però un po’ ti chiedi se abbiamo fatto tutto il possibile, in questa specie di consesso sociale che chiamiamo città, per alleviare le pene degli Addolorati. Ti sorge il dubbio che, sì, davanti al dolore saremo anche tutti uguali, ma non potremmo essere tutti quanti, in qualche modo, un po’ ugualmente meno sfigati?

2 commenti:

  1. Povero addolorato.
    Reduce qualche mese fa da un pomeriggio al pronto soccorso dell'ospedale oftalmico, so bene in quali inspiegabili leggi fisiche del tempo che si dilata e non passa mai si imbatte un poveretto in preda a dolori.
    Io avevo una cornea gonfia, riscontrata dall'infermiere all'accettazione sull'istante perciò mi sono anche riseduta in sala d'attesa un po' orgogliosa del mio codice giallo.
    "Fanculo ai bianchi" ho pensato, passo prima io.
    Illusa.
    Dopo appena quattro ore di attesa, in cui chiamano per farsi visitare tutti i codici bianchi prima dei gialli e dei rossi, chiamano finalmente il mio numerino magico (azz, mi son dimenticata di giocarlo al lotto, sulla ruota di Torino) e solo dopo la visita dello specialista (di nuovo le leggi fisiche della dilatazione del tempo, 4 ore di attesa e una visita di due secondi...inizi a pensare "come mai ho aspettato 4 ore visto che i medici sono così efficienti???") i miei anticorpi han fatto quello che la sanità non era riuscita nemmeno a programmare: ERO GUARITA.
    Ringrazio per il miracolo la Dottoressa che mi sedeva di fronte (evidentemente una santona), entusiasta pure l'infermiera, lei onorata risponde al mio "Grazie di tutto" con un "son 34 euro di ticket, grazie a lei".
    Per giustificare il mio esborso economico mi prescrivono un collirio per 8 giorni, ma se sono guarita e non ho nulla a tuo dire, perchè devo prendere un collirio???
    Ignara della stregoneria ricevuta, decido di comprare comunque la medicina.
    Mi reco in farmacia.
    Il mondo fuori è bello e io posso vederlo.
    Sono grata all'universo, un po meno al farmacista che mi regala l'unguento inutile a soli 20 eurini tondi tondi.
    Dopo 4 ore di attesa, 2 secondi di visita, la coda di mezz'ora al punto giallo per il pagamento del ticket e 20 di coda in farmacia, fuori inizia a imbrunire e un pensiero si affaccia nella mia giovane mente: "Voglio trasferirmi in Burundi"

    RispondiElimina
  2. Guarire è una virtù molto costosa. Anche sbagliata, se non si vogliono mandare del tutto a puttane 4, diconsi 4, ore di attesa. Sei lì che soffri e ti dici "gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare" e non sai da dove partire. Quindi, nel dubbio, bestemmi...

    RispondiElimina